Pokemon Go, uscito ufficialmente in Italia qualche giorno fa, è sicuramente il fenomeno ludico dell’estate, ed è mondiale. Forse per la sua semplicità (non si deve far altro che catturare i Pokémon che si trovano in giro, almeno inizialmente), forse perché sfrutta al meglio le capacità degli smartphone moderni, con mappe e fotocamera, forse perché è gratis. Insomma, un videogioco in “realtà aumentata” che si è traformato in una straordinaria operazione di visibilità per la casa madre, la giapponese Nintendo, che ha visto il valore delle proprie quotazioni al Nikkei quasi raddoppiare nel giro di una settimana.
E Nintendo non si è lasciata sfuggire l’occasione, approfittando del periodo propizio, per far sapere che lancerà, il prossimo 11 novembre, una console con 30 giochi “vintage” (da SuperMario a Donkey Kong a PacMan), all’abbordabile prezzo di 59,99 euro. Insomma, l’uscita di Pokemon Go rappresenta un colpo di marketing notevole per la casa giapponese, che d’altra parte ci ha abituato, anche in passato, a prodotti innovativi (da SuperMario alla Wii) ed ha fatto, fin dai primissimi anni Ottanta, la storia dei videogame.
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