di Giuseppe Savagnone
Quale che sia l’esito delle modifiche a cui il ddl Cirinnà verrà sottoposto, nelle faticose trattative tra le forze politiche, i termini del problema sono ormai molto chiari e non sarà un comma o l’altro della futura legge a modificarne i termini. Una parte consistente del parlamento e dell’opinione pubblica ritiene che la differenza di sesso sia una condizione necessaria perché esistano il matrimonio e la famiglia, un’altra parte, di consistenza grossomodo equivalente, ritiene questa condizione frutto di un pregiudizio superato e arbitrario. La prima linea è sostenuta da buona parte dei cattolici, che non hanno mancato di far sentire la loro voce attraverso manifestazioni di massa come il Family day. La seconda ha dalla sua la tendenza culturale ampiamente dominante in Europa e il prestigio della maggioranza degli intellettuali italiani, compreso un discreto numero di credenti che non si riconoscono nella battaglia dei loro correligionari e vedono in essa un triste esempio di conservatorismo.
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