di Maurizio Patriciello
Capisco perché Gesù ha voluto farsi povero coi poveri. Capisco perché saranno i poveri che salveranno il mondo dalle sue stupide follie. Comprendo il motivo del divario sempre più acuto tra ricchi e poveri. Perché i poveri fanno comodo a certi ingiusti equilibri mondiali. «I poveri li avrete sempre con voi», disse Gesù. Eugenio Scalfari, parlando a Tv 2000 ha detto: «Gli uomini hanno bisogni primari come gli animali… Ma i poveri, salvo pochissimi, non hanno bisogni secondari».
Davvero? Sui bisogni primari degli uomini, non possiamo che essere d’accordo. Fame e sete, freddo e caldo si fanno sentire da tutti. Sui bisogni secondari, che solo i ricchi avrebbero la fortuna, o la sfortuna, di avvertire, si rimane basiti a sentire una tale sentenza. Intanto, occorrerebbe stabilire la soglia di povertà oltre la quale sarebbe vietato l’accesso di tanta parte di umanità ai bisogni secondari. E occorrerebbe stabilire chi sono i poveri. Parliamo di povertà solo in senso economico o anche morale e spirituale? Che cosa intende dire Scalfari? Che i poveri non sentono il bisogno di comunicare, di leggere e di scrivere? Che non riescono a meditare, riflettere, pregare? Che non si pongono le domande sul fine ultimo dell’esistenza? Che restano indifferenti davanti al mistero della vita e della morte? Chi lo pensa non ha mai frequentato i poveri.
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