di Ernesto Preziosi
Dall’anno dell’uccisione di Vittorio #Bachelet per mano delle #Brigate Rosse, l’Azione Cattolica ha con coerenza e perseveranza celebrato un convegno di studio su tematiche centrali del dibattito sociale e politico. Un modo per fare memoria preoccupandosi di coltivare la formazione, per offrire pensiero. Ecco forse l’attualità dei temi meriterebbe una diffusione maggiore. La tipicità di questa associazione sta nella capacità, che nella storia ha avuto, di innervare il popolo di Dio diffuso nelle parrocchie con orientamenti che divenivano pratica di vita, pensiero comune, mentalità . In una parola questa caratteristica l’abbiamo chiamata popolarità. É una prospettiva attualissima, una esigenza e una urgenza a fronte della frammentarietà e debolezza della proposta formativa, dell’autoreferenzialita’ di istituzioni culturali cristianamente ispirate, di fonte ad una situazione di afasia e irrilevanza del cattolicesimo politico.
Vittorio BACHELET viene ricordato come il presidente che ha guidato il rinnovamento dell’Ac in sintonia con il rinnovamento conciliare, forse dovremmo rivisitare quella stagione, cogliere ciò che andava fatto dopo la decostruzione delle forme precedenti. Mentre la chiesa sotto la guida di Papa Francesco sta percorrendo la strada di una ric entratura della chiesa sulla sua identità essenziale…poi di quarant’anni fa l’aveva o chiamata scelta religiosa. Non tutti capirono, in molti l’avversarono addebbitandole anche l’indebolimento della presenza politica dei cattolici. Quella scelta andava fatta compiutamente e, dopo una prima fase di decostruzione chiedeva l’individuazione di nuovi strumenti, di nuove forme con una creatività capace di ascoltare la domanda nuova che veniva e viene dalla società. Una strada che chiede ancora – oggi con particolare urgenza per contribuire al nuovo corso ecclesiale – di essere percorsa.
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