di Diego Fusaro, filosofo
È difficile che il messaggio passi. La coscienza è capillarmente controllata dall’industria dei consensi, il cui unico scopo èrinsaldare l’ordine dominante. E, non di meno, occorre insistere. L’insistenza, diceva Adorno, dovrebbe essere la cifra della filosofia.
E allora “insistiamo”: insistiamo nel dire che l’oggi in atto processo di disgregazione della famiglia nulla ha di “emancipativo”, a meno che questo aggettivo non sia riferito all’economia di mercato capitalistica; la quale aspira a liberarsi dalla famiglia per poter dominare ancora più massicciamente le nostre vite.
Se la famiglia comporta, per sua natura, la stabilità affettiva e sentimentale, biologica e lavorativa, essendo hegelianamente fondamento dell’“eticità”, la sua distruzione risulta pienamente coerente con il processo oggi in atto di precarizzazione delle esistenze condotto spietatamente dall’ordine neoliberistico. Non è difficile da capire.
Di più, solo la famiglia, ove ancora esista, attutisce la precarietà e i suoi effetti, assicurando garanzie, tutele e stabilità all’individuolavorativamente intermittente, e, insieme, ponendosi come luogo comunitario e solidale estraneo all’egoismo concorrenziale.
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