Ceccano, Acea, Caligiore e l’acqua


aceadi Angelino Loffredi

L’iniziativa promossa dal sindaco di Ceccano per avviare la risoluzione del rapporto con ACEA ATO5 indubbiamente fa discutere. In maniera controversa e manichea. Non posso comunque accettare che venga etichettata come demagogica, retorica e che per contrastarla si trovino argomenti come quello riguardante il futuro dopo Acea.

Nell’estate del 2014, da solo e senza partiti alle spalle, promossi due partecipate iniziative a Ceccano che andavano in tale direzione. Le feci perché in quel periodo a riguardo in giro sentivo tanto silenzio, mi sembrava di cogliere  un generale assuefazione alle prepotenze della società monopolistica. Le mie iniziative erano dunque demagogiche , inutili o inconcludenti? Non credo, avevano un solo scopo: riaccendere i riflettori sulle malagestione di Acea ATO5. A tanti osservatori o dirigenti di partito, forse poco attenti al movimento dell’acqua voglio ricordare che questo ultimo anno è stato quello dove si sono concentrate  il più alto numero di manifestazioni e dichiarazioni contro il monopolista dell’acqua. Potrei fare un lungo elenco di date e iniziative promosse da varie associazioni, anche perchè a quasi tutte ho partecipato: comitato dell’acqua, Idee in movimento, Forum del centrosinistra, Federconsumatori, 5 stelle. Ho fiancheggiato ( riflettete un po’ ) anche  Simone Costanzo, sfiancato, il poverino, dall’arrogante silenzio dei suoi iscritti e dei suoi rappresentati nelle varie Istituzioni.

Se non erano demagogiche ed inconcludenti le mie e le altre iniziative perché dovrebbe esserla quella del sindaco di Ceccano ? L’iniziativa di martedi 15 dicembre dovrebbe far riflettere alcuni incauti e sbrigativi detrattori. Nello stesso tempo mi sento di precisare che la stessa è figlia delle precedenti, ne costituisce il naturale sviluppo, coglie infatti uno stato d’animo seminato e coltivato da chi in questi anni, con costanza si è battuto per il risultato referendario, non si è arreso, ha mantenuto alta la bandiera del  contrasto, ha evitato la generale rassegnazione proprio nel momento in cui l’attuale sindaco di Ceccano attendeva silente e non voleva vedere.

Mi sento di dire che per quanto lo stesso sia  un convertito dell’ultima ora sulla via dell’ acqua pubblica  rispetto alla eccezionale partita che si sta giocando questo per me diventa un fatto secondario. La sua iniziativa merita una giusta considerazione.

All’incontro  dell’Antares erano presenti 18 sindaci. Qualcuno grida al fallimento, un flop. E’ vero che i comuni interessati sono 86 ma mettere insieme 18 sindaci non è un fatterello, costituisce una risposta eccezionale, anzi mi senti di dire che  rappresenta il punto più alto e più qualificato del contrasto ai prepotenti. Gli yes man, clientes e servitorame di tutte le risme, gli ignavi, i silenti e gli attendisti ovunque dislocati debbono veramente preoccuparsi. Il sindaco di Ceccano ha colto il malessere profondo che attraversa e colpisce le famiglie, stremate sia dalla crisi economica, che dalla lotta dei ricchi contro i poveri, portata avanti attraverso la politica fiscale e tariffaria, sempre tesa a beneficiare gli enti erogatori di servizio pubblico a danno dei non garantiti.

Non posso accettare neanche che l’iniziativa venga contestata perché oggi il sindaco di Ceccano non indica i  particolari del dopo Acea. Confesso che una risposta completa, definita io non la posseggo. Mi permetto comunque di indicarne gli scenario generali:

1 – La Regione approvi subito la legge di iniziativa popolare 5/2014 perché è il classico granello che inceppa il meccanismo della privatizzazione definitiva;

2 – La messa fuori di Acea sarebbe un potente segnale all’intenzione di Zingaretti di fare un’Ato unica regionale che sarebbe affidata senza se e senza  ad Acea Spa.

3 – Nell’ipotesi più ravvicinata può esserci un consorzio di enti locali che prende le sue decisioni in completa autonomia e forte degli insegnamenti di questa brutta esperienza.

Il dato vero è che la ripubblicizzazione dell’acqua sarà un percorso complesso difficile ma non impossibile comunque  da mandare avanti.

Ho fatto il sindaco a Ceccano trenta anni fa e  dopo di me sono venuti altri amministratori, a  tutti chiedo  se le condizioni del servizio erano  meglio prima o oggi. Agli smemorati vorrei ricordare anche che gli addetti al servizio non superavano le dita della mano e che non esisteva assenteismo.

La privatizzazione è stata una scelta ideologica ove amministratori pressati dal pensiero allora vincente che predicava “ Meno stato, più privato “ hanno abbassato la guardia e non hanno visto che nell’interno di quelle motivazio avanzavano anche inquietanti subalternità di vario tipo, non solo politiche e culturali.

Il superamento del rapporto con Acea Ato5 dunque deve essere l’orizzonte entro il quale bisogna muoversi; nello stesso tempo ricordo che le motivazioni del contrasto oltre a riguardare la questione delle tariffe deve mettere al centro anche i lenti tempi di riparazione delle rotture idriche, perché i notevoli versamenti di acqua successivamente precostituiscono un costo che detemina la tariffa.

Inoltre un’attenzione permanente va riposta alla potabilità dell’acqua, al funzionamento dei depuratori, all’esame dei mutui contratti a suo tempo dai comuni riguardanti il patrimonio idrico- fognante e che ora dovrebbero essere sostenuti dal monopolista. E non per ultimo agli investimenti previsti e non realizzati.

Attorno a queste questioni ogni comune dovrebbe costituire un osservatorio attraverso il quale quotidianamente conoscere le situazioni di crisi e tempestivamente intervenire.

 


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