di Luciano Meddi
È difficile per l’uomo/donna contemporanei, che vivono in Italia o in Europa, incontrare la Bibbia? Apparentemente no. Lo testimoniano indagini sociologiche recenti1 . Tuttavia una attenta ricostruzione del fenomeno biblico metterebbe in evidenza che tale abbondante trasmissione del testo biblico nelle diverse forme e codificazioni non permetta un incontro “vero” e che i credenti facciano ancora fatica ad abitare la loro casa e comprendere le radici della loro cultura2 . Lo spettatore, il navigante di internet e anche lo stesso partecipante delle liturgie, difficilmente sono aiutati ad entrare in contatto profondo con il testo. Il più delle volte la preoccupazione dell’offerta si limita alla trasmissione dei racconti senza affrontare la questione del messaggio e come questo possa illuminare l’esistenza quotidiana. Questa preoccupazione non è solo di oggi3 . Scopo di questa riflessione sarà quello di recuperare dalla storia recente quasi un modello per la attualizzazione che possa essere da guida per gli animatori biblici nella azione pastorale. Non sarà possibile affrontare tutti gli elementi che compongono la questione. Non saranno esaminati i temi relativi alle forme di incontro, al contesto spirituale della lettura del testo, al ruolo della comunità nell’opera di discernimento, alla analisi delle competenze da sviluppare e correggere nei destinati. Questa riflessione, inoltre, si colloca tra i lavori del recente Sinodo sulla Bibbia che ci ha donato significative Propositiones e l’attesa enciclica post-sinodale di Benedetto XVI.
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