Un buon cattolico d’estate va in montagna, non al mare. Nessuno me lo ha mai detto esplicitamente. Nemmeno l’ho mai letto. Ma da giovane questa idea faceva quasi parte strutturale dell’essenza della fede. Poi, quando 15 anni fa, per la prima volta ho avuto il coraggio di mettere maschera e pinne e guardare sotto ho capito che cercare di salire, di innalzarsi ai cieli, non è l’unico modo per “ascoltare” Dio. E forse nemmeno quello più “incarnato”. Guardare in basso, guardare dentro, nell’abisso da cui siamo sorti, parla altrettanto di Dio, ma da una prospettiva diversa.
Da bravo trasgressore oggi sono in spiaggia. E mentre mi cuocio leggo qui quello che papa Francesco ha detto qualche giorno fa a Guayaquil, commentando del nozze di Cana e parlando alle famiglie. E mi guardo attorno.
Davanti a me, a chiudermi la bellezza di questo mare, una donna e una bimba. Una decina d’anni la piccola e oltre i sessanta la grande. “Eleonora, vieni qua che ti metto la crema!” La bimba senza farsi pregare rientra saltellante dalla battigia. E mentre si lascia accarezzare protetta, dice: “Papà ha chiamato?”. “No, non ancora. Ma lo sai che lo fa quando può.” “Sì, lo so, nonna!” Quanta nostalgia in queste parole e nei suoi occhietti vispi e feriti. C’è un’assenza, una mancanza, nonostante l’allegria con cui scappa via. Manca la parola mamma.
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento