Non posso scrivere: ciao, Umberto! perché non ho mai avuto il coraggio di dargli del tu. E’ stato per me, sempre, il maestro Germani: lo ricordo da bambino, collega del mio maestro, Pio Pirri; insieme al maestro Ruggeri costituivano una triade autorevole di per sé, senza necessità di regolamenti e patti di corresponsabilità. Ma lo ricordo anche nei commenti ammirati di mio padre mentre lo vedeva sfidare la pubblica opinione ed andarsene in giro con la bicicletta da corsa quando non ce l’aveva nessuno; lo ricordo alla guida di un inesistente Partito Liberale a Ceccano, candidato più volte e assolutamente incurante del numero dei voti pur di rimanere fedele alla sua idea, lo ricordo padre dei miei amici Nicola e Michele, sempre in disparte rispetto ai giochi e alle chiacchiere dei ragazzi; lo ricordo infine nell’opera di traduzione del Testamento di Annibaldo de Ceccano, che il Liceo ha poi utilizzato per pubblicarlo in italiano. Lo ricordo nei tanti incontri personali con il suo naturale schernirsi rispetto alle mie esternazioni ammirate per essere stato il maestro di tanti ceccanesi. Grazie e arrivederci, maestro!
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