di Fulvio Scaglione
Il Muro di Berlino sorse con clamore il 13 agosto del 1961 e fu abbattuto con altrettanto clamore il 9 novembre 1989. Restò quindi in piedi in tutto per 28 anni, mentre ora già celebriamo i primi 25 anni della sua scomparsa. E questa è proprio la prima riflessione che dovremmo fare: la Storia, che secondo alcuni era addirittura finita nel 1989, continua inesorabile a marciare e a sfidare le nostre convinzioni. E infatti ecco quel che succede: dove c’era Michail Gorbaciov ora c’è Putin e dove c’era George Bush senior ora c’è Obama, ma di nuovo si parla di guerra fredda e di braccio di ferro tra Mosca e Washington, quasi come se ne parlava prima che il Muro andasse giù.
C’è una ragione, per tutto questo. Il Muro non andò giù da solo. Portò con sé l’intero sistema comunista (nelle settimane successive toccò alla Romania e alla Cecoslovacchia, oltre che naturalmente alla Germania Est, e pochi mesi dopo alla stessa Urss) e, con il fragore del proprio crollo, nascose alla nostra attenzione alcune “cose” che negli anni sono cresciute a dismisura: chi ricorda che proprio in quei giorni ci furono disordini a Hong Kong, o che in Italia venne approvato il decreto Martelli per regolare l’immigrazione?
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