Un mese fa scrivevo una lettera aperta ai Presidenti delle Camere sullo scandalo delle retribuzioni del personale dipendente del Parlamento Italiano. Erano i giorni in cui il governo annunciava il blocco degli stipendi dei pubblici dipendenti. Non ho ricevuto risposta. Io però insisto

Gentile Presidente
insegno da più di 35 anni nei Licei e faccio parte di diverse associazioni professionali che si occupano di scuola. Per questa ragione, più volte, ho partecipato a numerose riunioni presso la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica per audizioni di commissione o per convegni di gruppi parlamentari.
In questi giorni Il Messaggero ha riportato all’attenzione dei suoi lettori gli stipendi del personale della Camera e del Senato: così mi sono reso conto che quel signore che controlla i miei documenti all’ingresso del Palazzo di Montecitorio o di Palazzo Madama,o che mi dà le indicazioni per raggiungere le aule, dipendente statale come me, ma senza alcuna responsabilità nell’educazione delle giovani generazioni di questo Paese, riesce ad avere uno stipendio che supera di 100 mila euro il mio…
E proprio in questi giorni il governo ha bloccato per altri due anni il rinnovo del contratto…
Non le sembra una sostanziale ingiustizia cui andrebbe messo riparo immediatamente? E non si parli di diritti acquisiti: quelli relativi alle pensioni, compresi i miei, sono stati cancellati nel nome della scarsità delle risorse. Per i dipendenti della Camera e del Senato non è così?
Ho fiducia che Ella vorrà porre mano immediatamente alla vicenda visto che il Senato si autoregolamenta anche per gli stipendi del personale.
Attendo fiducioso una Sua comunicazione
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La questione della mancata risposta è “scandalosa”.
Ricordo a tutti che causa l’attuale tensione intorno al bilancio dello Stato, quasi sicuramente il decreto “Fare 2” che avrebbe stabilizzato 350.000 precari con il costo di 3 miliardi, sarà rinviato: insomma tutto a scapito del lavoro.
Antonio Olmetti