Ricevaimo da Antonio Olmetti e pubblichiamo
FINIAMOLA CON L’INDIFFERENZA
La chiamano la strada che porta a Carrefour (Via Vona) ma è la strada del mercato del sesso; quante volte l’abbiamo percorsa osservando quelle donne messe la per vendersi, ad ogni ora, in qualsiasi condizione atmosferica, con il loro cellulare e le loro provocazioni. Le Forze dell’ordine a volte “passano”, guardano e indifferenti vanno via insomma non c’è nessuno che si ponga la domanda: esiste veramente una donna che voglia vendersi? Io credo di no e richiamo l’attenzione del lettore su un presupposto: quello della libertà dal bisogno e cioè tutto quello che si fa costretti dal bisogno può essere ritenuto una scelta? Far passare per libere molte delle condizioni sociali oggi diffuse e non solo quelle della prostituzione, è ipocrisia che serve alla società per sentirsi meno condizionata, meno infelice, meno degradata. Certo un tanto di allegro comportamento morale contrario alla morale pubblica, nel mondo del sesso a pagamento esiste: ma credo che sia una posizione favorevole di poche e non autorizza a ritenere che la prostituzione sia una scelta per lo sterminato esercito delle proletarie del sesso, molto spesso schiave costrette alla strada. E anche considerando le sfere alte di quella professione, credo che fare carriera nella vita affittando il proprio corpo, lasci nel profondo dell’anima non pochi dubbi sul proprio valore. La mia idea al proposito, ma io sono di sinistra e questa sinistra, come accade oggigiorno, è sempre divisa nelle scelte, è quella di legalizzare la prostituzione, togliendola dalle strade e dal pericolo, soprattutto affidandone il controllo diretto alle donne che la esercitano e non ai mascalzoni maschi che le sfruttano e per i quali occorrerebbero pene più severe delle attuali. Quanto ai clienti ci si dovrebbe comportare come si fa negli alberghi, dove si chiede un documento all’ingresso. Se la considerano una normale attività commerciale, perché vergognarsi a nascondersi?
Antonio Olmetti
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Io non sono di sinistra ma non so se sia così facile legalizzare quella cosa. Noi viviamo in un paese più civilizzato, dove le sfruttate del sesso pagano le tasse. Non sono in strada ma dentro a roulotte sfati scienti in una zona degradata della città. Ma tra quelle che rendono la pioggia in Italia , e non pagano le tasse, e quelle qui in Germania nella roulotte che differenza c’è? Anche per queste non penso fosse il mestiere che immaginavano di fare da bambine. E anche per queste poi c’è il pericolo che siano taglieggiare dalle varie mafie. Che fare quindi? Il problema è la domanda…. Senza domanda l’offerta non ha senso…. Anche su quella si dovrebbe lavorare.