Ce le spiega Fabrizio Dalla Villa: la pensione di invalidità è concessa a chi ha determinate caratteristiche, dipendenti dal reddito e dalla percentuale, come indicato nel sito dell’Inps. Gli invalidi “parziali” ovvero che non arrivano al 100% hanno diritto alla pensione solamente se il loro reddito non supera un tetto stabilito dall’INPS. Gli invalidi totali, in virtù del più alto grado di invalidità (100%), possono arrivare ad un tetto più alto. Idem per ciechi e sordi (parziali e totali). L’inps ha ritoccato le pensioni, aumentandole in base alle tabelle che considerino l’inflazione, modificando unicamente per gli invalidi civili totali. Per essi, invece di considerare unicamente il reddito del diretto interessato, si considera quello coniugale, creando così una disparità di trattamento con le altre categorie (ciechi e sordi). Un esempio: se l’Inps considera unicamente il mio reddito (io ho un’invalidità del 100% con residue capacità lavorative) la pensione mi rimane, essendo io un lavoratore part-time. Se invece ci aggiungono anche il reddito di mia moglie (invalidità 90% con contratto e stipendio full-time) perdo la pensione. Se io fossi cieco o sordo, non la perderei a prescindere dal lavoro di mia moglie. Il 28 dicembre 2012 l’Inps ha emanato la circolare n. 149 (link: http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=%2fCircolari%2fCircolare%20numero%20149%20del%2028-12-2012.htm) che dovrebbe essere entrata in vigore (il condizionale è d’obbligo, dal momento che non sono poche le incongruenze). In un comunicato stampa della Fish (al link: http://www.fishonlus.it/2012/12/31/invalidi-civili-inps-si-sostituisce-al-parlamento-e-revoca-le-pensioni ) si legge tra l’altro: “Questa decisione amministrativa di INPS non si basa su alcun dettato normativo, ma su una Sentenza della Corte di Cassazione, nemmeno pronunciata a sezioni unite, del 2011 (Sezione Lavoro 25 febbraio 2011, n. 4677) peraltro di segno contrario ad altri pronunciamenti della stessa Corte.”
In pratica, mentre fino al 31 dicembre 2012, il tetto massimo da non superare, per poter usufruire della pensione, era riferito unicamente al diretto interessato, col 2013 il discorso cambia unicamente per gli invalidi civili totali (ovvero col 100% di invalidità accertata), rimanendo invariata la situazione, viceversa, per gli invalidi parziali, per i ciechi e per i sordi. Non si capisce il perché di questa incongruenza. Forse l’Inps considera in maniera diversa l’invalidità motoria rispetto a quella sensoriale? Eppoi, perché una decisione presa il 28 dicembre, deve necessariamente entrare in vigore dopo 4 giorni? Se non il sospetto, almeno il dubbio che ci sia della malafede è lecito. In pratica, la decisione dell’Inps, contro cui si stanno mobilitando le associazioni di categoria e di cui si parla anche nel blog: http://sembracerto.blogspot.it/2012/12/invalidi-civili-inps-si-sostituisce-al.html sembra essere stata presa in maniera frettolosa senza considerare le discriminazioni cui darebbe atto. Infatti, oltre a quanto già indicato, occorre ricordare che lo stesso tetto imposto (16.127,30 euro) al singolo o alla coppia, è di per sé un discrimine. Ci piacerebbe vedere se e come riesca a campare con questi soldi, chi ha emanato tale circolare, considerato che una persona con invalidità accertata del 100%, ha determinate necessità. Se poi, invece di essere due coniugi, si trattasse di un genitore con uno o più figli benestanti, il reddito considerato sarebbe unicamente quello del genitore?
Volendo riassumere, le falle di questa circolare sono essenzialmente queste:
- Disparità di trattamento tra invalidità fisiche e sensoriali a parità di grado
- Disparità di trattamento tra due coniugi e un genitore con figli benestanti
- Decisione che appare frettolosa.
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