di Francesco Anfossi per http://www.famigliacristiana.it
La Pro Patria è una squadra di antico lignaggio, anche se galleggia nelle retrovie da decenni: ha giocato in serie A, ha avuto grandi campioni. Entrare allo stadio Speroni, in quel catino ormai scalcinato, per me è un po’ come visitare certi antichi palazzi veneziani affacciati sul Canal Grande, decadenti ma con un passato glorioso. Eppoi la Pro Patria ha la maglia più bella del mondo, così elegantemente ottocentesca, da Ballo Excelsior: strisce bianche e azzurre orizzontali, come i costumi da bagno dei signori con i baffi a manubrio della Belle Epoque. Anche i calzettoni fanno la loro parte. Ho sempre pensato che anche i suoi tifosi avessero diritto, per luce riflessa e passione, a un po’ di quella eleganza bella e antica.
Fischio d’inizio. Avvio un po’ in sordina. Ma è pur sempre un’amichevole. Tifiamo Pro, ovvio, ma pregustiamo le azioni del “Faraone”. Guardo davanti a me la piccola curvetta dello stadio. Soliti ultras, soliti cori. Una cosa penosa. E va bé. Ma quando tocca la palla Boateng, El Sharawi o Muntari, una trentina di tifosi, non di più, urlano ripetutamente “uh, uh, uh, uh”, come se fossero gorilla nella giungla. L’ho visto, anzi l’ho sentito fare anche a San Siro, ma qui è quasi un’ossessione. All’inizio cerco di non farci caso, poi la cosa diventa davvero fastidiosa e insultante. Non c’è una volta in cui i giocatori del Milan di carnagione scura, appena toccano palla, non vengano derisi da quei trenta imbecilli. Ma perché? Guardo mio figlio, che ha capito ed è infastidito come me, e faccio finta di niente, spero si concentri sulla partita.
A un certo punto, quel che doveva accadere accade. Una goccia fa tracimare tutto nel catino dello Speroni. Boateng, all’ennnesimo “uh, uh, uh”, scaglia la palla in alto in segno di protesta. Poi si toglie la maglia e si avvia verso gli spogliatoi. Capitan Ambrosini guida il ritiro di tutto il Milan. Anche i giocatori della Pro li seguono verso bordo campo. E’ finita. Game Over. Continua a leggere qui cori razzisti
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