Stephen Shankland, un’analista, si interroga sul nostro futuro come utilizzatori di Google: l’ha intervistato per La Stampa Claudio Leonardi
C’era una volta Google, un motore di ricerca: chiedevi e rispondeva, con una esattezza sconosciuta ai concorrenti. Così l’invenzione di Larry Page e Sergey Brin non fu più “un” motore di ricerca, ma “il” motore di ricerca. Oggi, però, Google è qualcosa di più. Una vera e propria estensione delle nostre facoltà mnemoniche e mentali, sempre a portata di mano, sempre con noi.
Questa è la suggestiva ipotesi esplorata da Stephen Shankland sul sito di Cnet, con una serie di argomenti a cui è difficile resistere.
Di sicuro, questa è l’ambizione del motore di ricerca, che vorrebbe fornire risposte prima ancora che siano formulate le domande, suggerire informazioni su ciò che vediamo a partire da una foto, o, grazie ai suoi nuovi occhiali, semplicemente attraverso i nostri occhi. Può tradurre per noi un testo, ma anche, al volo, un cartello stradale in lingua incomprensibile. Guida i nostri viaggi e, presto, direttamente le nostre automobili. E questo è quanto può praticamente già fare, ma le potenzialità sono superiori.
“Pensate a Google che diagnostica la malattia di vostra figlia in base a dove è stata, ai sintomi, alla temperatura e, poi, guida la vostra auto a scuola per portarla a casa mentre siete al lavoro” ipotizza Shankland. O ancora,
immaginiamo “che il motore di ricerca “prenda in consegna l’auto quando decide che non si è più in grado di guidare, sulla base del tempo di risposta dello sterzo e la velocità di intermittenza. Oppure gli occhiali di Google, che automaticamente inviano audio e video alla polizia quando si dice una frase che indica che si è stati aggrediti”.
Scenari fantascientifici che, secondo il commentatore, diventeranno realtà entro cinque anni, e insieme ai problemi che potrebbero risolvere, ne porranno altrettanti: quante informazioni di noi siamo disposti a comunicare in ragione di alcuni benefici? Se Google potrà fare tutto questo, significherà che ci conosce meglio di un medico, di un avvocato, di uno psicanalista. Ma sarà altrettanto inviolabile il rapporto confidenziale? Poco tempo fa, il motore di ricerca è caduto in una piccola bufera sulla privacy, quando ha deciso di unificare tutti i dati a sua disposizione su di noi.
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