di Costantino Esposito per www.ilsussidiario.net
Ma l’equivoco ha scatenato la fortunata (e ritengo anche errata) immagine, secondo la quale, una volta afferrata questa
particella, avremmo toccato con mano il segreto ultimo della natura, il livello originario del mondo: che insomma avremmo avuto modo di entrare direttamente nella creazione della materia, scoprendo ciò che fornisce la consistenza ultima della struttura fisica delle cose. E in effetti, anche per chi – come chi scrive – non è uno specialista di fisica teorica, la scoperta sperimentale del bosone di Higgs sembra davvero grande, in vista di una più compiuta spiegazione di come è costituita la materia che compone l’universo, completando il cosiddetto “modello standard” tramite l’individuazione della particella che permette a tutte le altre di acquisire massa. In definitiva, mi sembra di poter dire che essa ci aiuta a vedere come la materia, per così dire, divenga se stessa.
Che questa sia stata chiamata la “particella di Dio” è comunque il segnale di una sempre possibile riduzione del lavoro della conoscenza, perché per alcuni (in genere non per gli scienziati impegnati in questo lavoro) potrà significare una “prova” dell’origine divina e creazionistica dell’universo, mentre per altri (anche in questo caso probabilmente non per quegli scienziati) potrà significare, al contrario, che la scienza permette di raggiungere e occupare il posto stesso di Dio, e di spiegare l’origine di tutte le cose.
Forse è meglio non seguire nessuna di queste due strade, per il rischio sempre incombente di piegare in un senso ideologico dei dati straordinari della verifica sperimentale. Né il teismo creazionistico né l’ateismo materialistico possono essere ricavati e utilizzati come mere spiegazioni misurabili del mondo. Voglio dire che non possono essere dei presupposti a priori o delle etichette appiccicate alla concreta avventura della conoscenza, fatta di dati, di misurazioni, di verifiche incrociate, di calcoli statistici, di collaborazioni tra gruppi di ricercatori, di competizioni tra centri di ricerca, ecc.
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