Antonio Nalli ha pubblicato una nota sul fatto che tanti colleghi giornalisti, soprattutto i più giovani, non vengano retribuiti da quasi 2 anni, nonostante un regolare contratto di collaborazione. La riproponiamo volentieri anche perché è una esperienza molto comune nel mondo del giornalismo
Mancano poche ore ormai al 1 luglio 2012, data in cui scatterà l’ennesima mensilità non retribuita per buona parte dei collaboratori dei quotidiani Ciociaria Oggi e Latina Oggi (i più “anziani”).
Per circa 2 anni, infatti, abbiamo taciuto pubblicamente le nostre “sofferenze”, facendoci carico sulle nostre spalle delle problematiche e delle vicissitudini vissute dall’Azienda, fino ad arrivare al temuto rischio del fallimento, scongiurato grazie all’importante investimento promosso dalla famiglia Palombo, che, poiché non siamo degli ingrati, non sottovalutiamo e non finiremo mai di ringraziare.
Nell’arco di questi 22 mesi abbiamo continuato a scrivere “gratuitamente” e con la stessa determinazione di sempre; abbiamo garantito un servizio all’Azienda ed ai nostri lettori più affezionati, fancendo salvo, soprattutto, il prosieguo della pubblicazione del quotidiano.
Abbiamo, in sintesi, rispettato a pieno, ma anche oltre, il contratto di lavoro su cui avevamo apposto la nostra firma, circostanza che l’Azienda non può in alcun modo ribadire nei nostri confronti, in quanto, tanto per citare un esempio, l’articolo 5 (Trattamento Economico) del contratto di lavoro che ci lega all’Azienda, stabilisce che il corrispettivo lordo, quantificato mensilmente e relativo al compenso del lavoro svolto, venga liquidato entro il 60° giorno successivo al mese di riferimento delle pubblicazioni.
Il sindacato di categoria, spiace dirlo ma è stato così, in tutto questo arco di tempo non si è fatto mai sentire, non ha in alcun modo assistito la nostra categoria, che conta persone impossibilitate ad iscriversi presso l’albo dei giornalisti per esclusivi motivi burocratici (il possesso delle ultime 24 buste paga a partire dalla data di richiesta di iscrizione) ed altre che hanno iniziato il loro rapporto di lavoro senza essere mai state retribuite, salvo esultare con una nota di trionfalismo trionfante, il cambio di editore alle redini della medesima Azienda, strombazzando il salvataggio di numerosi posti di lavoro e la tutela di altrettante famiglie, con un protagonismo che francamente ancora oggi ci lascia sbigottiti in quanto riteniamo non appartenergli più di tanto.
Noi, invece, siamo stati entusiasti senza doppi fini, senza la prospettiva di una “carriera”.
Nel contesto attuale, però, pur comprendendo le difficoltà che ancora permangono, non siamo più disposti a sobbarcarci le incombenze e gli aggravi che si sono abbattuti sulle testate giornalistiche senza un minimo di rispetto nei nostri confronti che ci sembra quantomeno dovuto.
Una mancanza di rispetto che invece continua ad essere evidenziata anche dalle continue disparità di trattamento: noi continuiamo a non essere pagati, altri si.
Nessuno di noi ha mai preteso la liquidazione totale delle mensilità arretrate ancora non retribuite, ma è inaccettabile continuare a non essere pagati, neanche di un solo mese, e chissà ancora per quanto tempo, magari in attesa di un nuovo finanziamento pubblico nei confronti del giornale.
E’ inaccettabile che questa vicenda non venga affrontata in una riunione sindacale nella quale sia coinvolta anche la categoria dei collaboratori, senza i quali il giornale non esisterebbe e non troverebbe più spazio nelle edicole, in quanto il nostro lavoro è a volte assai più prolifico di chi siede nella redazione e si trova spesato anche delle telefonate.
Non ce ne vogliano i più fortunati “colleghi”, se così possiamo apostrofarli, ma la disparità di trattamento tra redattori e collaboratori non può più essere accettata, così come per qualsiasi altro componente dell’Azienda. Costoro, infatti, pur godendo di stipendi notoriamente più alti (alcuni dei quali arrivano ad oltrepassare i 2mila euro mensili), sono avvantaggiati anche dal fatto di non avere 22 mensilità di stipendio non retribuito, ma si e no 2 alle quali forse si aggiunge la tredicesima, compenso che noi non abbiamo mai visto neanche con il binocolo. E’ giunto allora il momento di guardarsi un attimo allo specchio: nella situazione che ha coinvolto il nostro giornale c’è chi può compiere questo gesto, chi invece no. Noi non siamo tra questi ultimi. Possiamo specchiarci e guardare in faccia le persone, malgrado la disperazione, la solitudine, la rabbia… “Magra” consolazione…
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