Francesco Belletti, presidente del Forum delle famiglie, ci aiuta a capire l’incontro mondiale delle famiglie in corso a Milano
Ieri avevamo dichiarato chiuso questo piccolo “diario di bordo” dall’Incontro mondiale delle famiglie di Milano; però ieri sera ho avuto il dono di poter partecipare alla serata offerta dal Teatro alla Scala di Milano al Santo Padre, con l’esecuzione della Nona di Beethoven, e non posso non comunicare la travolgente sensazione di bellezza e di commozione che la musica ha generato in me – e sicuramente in tanti altri presenti.
Benedetto XVI ha poi rivolto un breve saluto conclusivo: poche parole, ma quanta verità e profondità, sia nel gusto della bellezza, sia nel richiamare le domande profonde dell’uomo, di fronte al dramma del terremoto emiliano – e onore al Sovrintendente Lissner, che con brevi parole non formali ha dedicato il concerto proprio alle popolazioni emiliane colpite dal sisma, a nome di tutto il Teatro, lavoratori compresi.
In particolare il Santo Padre ha sottolineato, con sapienza e gusto musicale, quella parola, “ATTESA”, che segna tutta la trama della Nona di Beethoven, e che davvero si sperimentava, fisicamente, nell’ascolto vicino dell’imponente orchestra della Scala, nel potente coro, nella intensità con cui il direttore Daniel Barenboim guidava e insieme assecondava il gioco di contrappunti del grande Beethoven. Fino all’esplosione dell’Inno alla gioia, dove questa attesa diventava finalmente pienezza di bellezza e di verità: una verità ancora da svelare, come è umano che sia, perché, sempre con le parole del Santo Padre, la gioia di Schiller e di Beethoven non è la gioia cristiana, tanto più di fronte alle sofferenze di oggi.
Però una gioia posta a ragione nell’orizzonte dell’umano, perché è alla gioia e alla felicità che siamo chiamati: magari
attraversando sofferenze e incertezze, perché, con le parole di Sant’Agostino riportate da Famiglia Cristiana in chiusura dell’editoriale di questa settimana, dedicato proprio all’Incontro Mondiale delle Famiglie, “l’anima mia è inquieta finché non riposa in te, Signore”.
Un unico neo, nella serata? Forse, tra platea, gallerie e loggione, meritavano più spazio le colorate e festose delegazioni straniere del Congresso Iinternazionale, famiglie, arrivate a Milano da Paesi lontanissimi forse per la prima e ultima volta, persone semplici, che meritavano questo tuffo nella bellezza di quel prezioso gioiello di Milano, quale è la Scala. Però molti di loro hanno certamente goduto della serata milanese, nella preghiera e nell’adorazione eucaristica nel Duomo: un’altra perla milanese di bellezza umana, contemplando la Bellezza che non delude.
Francesco Belletti
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