
Quanta neve deve reggere il tetto di una struttura pubblica, destinata ad accogliere centinaia, migliaia di persone? E’ una domanda che chiede immediate risposte.
I tre simboli eloquenti e drammatici della debacle della pubblica amministrazione nel senso lato del termine in questa emergenza neve sono senz’altro il palazzetto dello sport di Ceccano, la copertura del chiostro del Conservatorio di Frosinone, la copertura della tribuna del casaleno sempre a Frosinone. Fino a ieri soltanto il presidente del Conservatorio, Tarquini, aveva chiesto di indagare sul crollo della bella struttura dell’istituto musicale, più volte utilizzata per convegni con migliaia di persone e crollata come se invece di essere di acciaio fosse di ricotta.
Ora anche il sindaco di Ceccano ha espresso un’opinione, sul crollo del palazzetto, riportata da Antonio Nalli, sul suo blog (la si può leggere qui crollo-della-copertura-del-palatiberia-il-sindaco-ciotoli-ci-fornisce-qualche-dettaglio): secondo Antonio Ciotoli, la struttura del palazzetto dello sport di Ceccano avrebbe superato un collaudo pari circa ad 80kg di peso per metro quadrato di superficie… A parere del primo cittadino il peso di 80kg per metro quadrato rientrerebbe nella media del peso degli imprevisti calcolati in questa zona, i quali, appunto, variano anche a seconda delle caratteristiche del territorio, nonché dell’altezza dal livello del mare.
Già Nalli mette in evidenza come altri tecnici interpellati avrebbero invece parlato di 160 kg a metro quadrato… Il doppio…
Sarebbe necessario che non si confonda tra una casa di civile abitazione (come nel linguaggio dei geometri) ed una struttura pubblica: pensate quante migliaia di persone al palazzetto dello sport di Ceccano hanno affidato nel passato la loro vita a quelle travi, venute giù quando la neve non aveva ancora raggiunto i 40 cm… Sono certo che le norme impongano alle strutture destinate ad un simile utilizzo carichi altissimi.
E ancora, proprio nei mesi scorsi il palazzetto di Ceccano aveva avuto lavori di ristrutturazione per una stupidaggine di 360 mila euro del bilancio comunale , o meglio avuti con un mutuo che pagheranno i ceccanesi, anche senza palazzetto dello sport. Ora sembra che i lavori siano consistiti anche nell’avvitamento sulle travi portanti di materiali insonorizzanti….
Proprio non serve un’inchiesta, no…
Quando il palazzetto fu costruito, da un’architetto romano, agganciatissimo con il Coni, che portava soldi a tutti i comuni, mi permisi di sollevare una questione: se uno progetta tanti edifici uguali può avere la tentazione di fare, come dire, un copia incolla, senza perdere troppo tempo nell’andare a controllare, che so, le nevicate storiche, i venti, gli sbalzi di temperatura e i loro effetti sui materiali, nei diversi siti in cui inserire il manufatto…

Magari un progetto già piazzato a Viterbo eccolo qui pronto per Ceccano. Ti metti a pensare che magari nel ’56 Ceccano abbia avuto oltre due metri di neve? E no, altrimenti ci vuole troppa fatica. Dite che non è una tentazione forte eh? Nessuno, naturalmente, mi dette retta, qualcuno mi accusò di fare il menagramo… Grazie a Dio il tetto è venuto giù con il palazzetto vuoto!
Ma oltre al progettista ci sono tante altre responsabilità da verificare: direzione dei lavori, sorveglianza dell’ente proprietario e del Coni che aveva investito i soldi dei contribuenti, genio civile, collaudo…
Per favore, non fate finta di niente!
I Ceccanesi, che si ritrovano ora senza palazzetto e con sulle spalle anche debiti da pagare per i prossimi 20 anni, hanno diritto a risposte serie sui carichi, sui crolli ed eventualmente su che tipo di ricotta sia stata utilizzata.
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Proposta: invitiamo tutti coloro che sono disponibili, nel firmare un esposto da inviare presso la Procura della Repubblica onde accertare eventuali responsabilità sull’accaduto.Una sorta di class-action contro negligenze e/o omissioni che hanno danneggiato TUTTI i ceccanesi.
La mia sarà la prima firma.
Per le coperture non esiste un carico imprevisto i carichi sono solo quelli del vento e della neve. Inoltre preciso che non esiste una differenza tra coperture di abitazioni private e pubbliche, Prima di pronunciarsi molti tecnici che in questi giorni si improvvisano tecnici farebbero bene a leggere la normativa vigente. In particolare le NTC 2008 par.3.4 “Azioni della neve” e scoprirebbero forse per la prima volta che il territorio di Ceccano ricade in zona III dove è prevista la progettazione delle coperture a partire di un carico neve pari a 60 kg a metro quadrato, valore da correggere poi in funzione dell’altezza dal livello del mare, dalla forma della copertura, dal coefficiente termico e dal coefficiente di esposizioni. Una corretta progettazione avrebbe condotto ad eseguire il dimensionamento della copertura con un carico neve massimo pari proprio a 60 kg a metro quadro. Questo perchè per altezze sotto i 200 m dal livello del mare, i coefficienti di cui sopra assumono valori massimi pari all’unità. Sono molto perplesso come tecnici abbiamo potuto pensare che una copertura pubblica debba essere più sicura di una privata, la vita di 4 persone o di 100 persone ha lo stesso valore. Forse i pseudo-tecnici si confondono con i solai di un edificio pubblico che naturalmente va verificato per carichi maggiori rispetto ad uno privato, ma in questo caso è chiaro perchè nel primo caso è previsto un affollamento maggiore e quindi un carico maggiore rispetto ad un’abitazione privata. Sui tetti invece non è previsto alcun affollamento.
Vedendo bene le foto e la tempistica, la copertura è venuta giù con 40 cm di neve fresca che corrispondono ad un carico di circa 40 kg a metro quadro.
Ricapitolando: ipotizzando che la progettazione fosse stata fatta a regola d’arte, tenendo conto di un carico neve di progetto pari a 60 kg a metro quadro e i margini di sicurezza imposti dalla normativa sulla resistenza dei materiali utilizzati (circa pari a 3 per il legno), la struttura portante della copertura doveva entrare in crisi per un cario pari a 180 kg a metro quadro, pari a circa 180 cm di neve fresca. Questo valore poi poteva essere anche più elevato considerando un ulteriore margine di sicurezza a discrezione del progettista.
L’ingegneria è una scienza esatta e non si presta a chiacchiere da bar.