Appaio. Faccio. Sono. Mi chiamo Alessandro D’Avenia, 34 anni, capelli ricci che cominciano a cadere, occhi azzurri per fare entrare tutta la luce che è loro concessa. Così appaio.
Faccio il professore di scuola superiore a poco più di mille euro al mese, ma ho la fortuna di scrivere dei libri, che vengono anche letti, il che mi ha risparmiato dalla necessità di dare ripetizioni. Questo è quello che faccio.
Sono un uomo che fa fatica ad amare e a lasciarsi amare, come tutti credo, ma con un grande desiderio di riuscirci. Ho una gran sete di bellezza, di quella vera, di quella che non si rovina, né si rompe, di quella che Dante chiama splendore della verità: su di me e sul mondo. Questo è quello che sono.
Appaio, faccio, sono. Su queste tre zone – dalla periferia al centro – della mia identità vorrei provare a basare gli interventi prima dell’apocalisse dei Maya. Quanto all’apparire vorrei provare a fare un po’ di sport in più, perché a furia di studiare e scrivere mi sto ingobbendo, ma siccome poi so che non riuscirò a farlo come dovrei, mi accontenterò di andare a dormire prima, così da dormire almeno sette ore e mezza, così da migliorare le occhiaie e soprattutto sorridere. Quando dormo poco sono nervoso, perdo la pazienza e non sorrido. Apparire…
continua qui 3-4-cose-che-devo-fare-prima-della-fine-del-mondo
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