L’apprensione “per le pesanti conseguenze sulla vita della gente e gli effetti interiori della crisi che, a tratti, sembra produrre un oscuramento della speranza collettiva”, per cui “circola l’immagine di un Paese disamorato, privo di slanci, quasi in attesa dell’ineluttabile”. L’amarezza per “il metodo scombinato con cui a tratti si procede, dando l’impressione che il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità”. La preoccupazione per “comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà, ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune”. La necessità di “correggere abitudini e stili di vita”. Ma anche il rinnovato impegno della Chiesa, che “non intende sottrarsi alle attese e alle responsabilità che le competono”. Così il card. Bagnasco, presidente della CEI, ha aperto i lavori del Consiglio Permanente.
Qui il testo completo della prolusione del cardinale presidente. Prolusione
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Lascia un commento