E’ l’invito del vescovo di Frosinone, mons. Ambrogio Spreafico che commenta il racconto della passione di Gesù
Oggi è per i cristiani un giorno straordinario, che ci introduce nella Settimana Santa di passione, morte e resurrezione del Signore. Da oggi vorremmo seguire il Signore più da vicino. Gesù inizia un cammino di dolore e, come sappiamo, non è facile stare accanto a chi soffre. I discepoli stessi all’inizio erano con lui, ma poi lo abbandonarono:
“Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono”.
Strani questi uomini che avevano giurato fedeltà incondizionata, come Pietro che ebbe a dire: “Se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai”. E poco dopo negò di conoscerlo per paura di due serve e di qualche sconosciuto. E poi Giuda, che per denaro lo tradì. Mondo mercato allora, mondo mercato oggi, dove il denaro conta più dell’amicizia, anzi dove talvolta il denaro persino si utilizza per comprarsi gli amici. Se seguiamo i discepoli, vediamo uomini dominati dalla paura e dall’istinto. Gente che non ricorda, non sa stare vicino a un amico con cui avevano condiviso tanto, che li aveva attratti per la sua bontà e per il suo amore, liberandoli dall’amore per se stessi. Sì, amico. Gesù ci considera amici. Lo disse persino a Giuda quando stava per consegnarlo a chi lo avrebbe ucciso: “Amico, per questo sei qui?”. Non era ironia.
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