Ormai ne è convinta anche Lega Ambiente: Ceccano è un caso da manuale per l’inquinamento atmosferico e non solo. In un comunicato stampa, l’associazione ambientalista parla di un “caso Ceccano” in quanto, si legge, è la piccola cittadina a sud di Frosinone, in fondo alla nota Valle del Sacco, a guadagnare la peggiore performance, con ben 56 giorni fuori dai limiti di legge dall’inizio dell’anno. I dati sullo smog da PM10 sono chiari, l’aria che respiriamo è fuorilegge ogni due tre giorni in molti casi, c’è un serio problema sanitario che va affrontato con nuove limitazioni del traffico privato a Roma e nelle aree urbane e con nuovi controlli alle emissioni degli impianti nella Valle del Sacco – dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio.
È un quadro davvero preoccupante, soprattutto alla luce degli ultimi studi che hanno evidenziato che a Roma ogni anno potrebbero essere evitate 1278 morti, se solo i valori di polveri PM2.5 venissero limitati a 10 microgrammi per metro cubo, come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, permettendo alla popolazione di 30 anni di guadagnare un anno di vita. Nel Lazio, sostiene Legambiente, la Regione deve verificare l’attuazione degli interventi previsti dal piano di risanamento della qualità dell’aria, sono troppi i casi di asma nei bambini e i problemi acuti negli anziani affetti da malattie bronchiali.
Qui il testo completo del comunicato di Lega ambiente
E i dati delle centraline continuano a rivelarsi preoccupanti: i valori hanno superato il doppio del limite consentito dalla legge.
qui i rilevamenti
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Nel mese di settembre 2010, per miei motivi, ho frequentato il reparto di neonatologia dell’ospedale di Frosinone, tra l’altro bellissimo e curato con seria e alta professionalità. Credo sia mio dovere segnalare che, in quel periodo è nato un neonato, badate bene non con ritardi o gravi handicap psicofisici, a quel neonato perfettamente normale in tutto, non si è sviluppata la parte terminale di un arto, una malformazione quindi non legata a disfunzioni di DNA congenite o familiari, ma piuttosto a fatti “contingenti”. Debbo aggiungere che quel neonato è di CECCANO ed ora comicio a pensare che non sia una semplice casualità. Forse sarebbe opportuno cominciare a chiedere i dati relativi a numeri di incidenza e tipologie di malformazioni nella nostra provincia, confrontarne la distribuzione sul nostro territorio, evidenziarne una eventuale concentrazione e confrontarla poi con dati nazionali. Come fare ?