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L’Eroe dei due mondi in tante sfaccettature: 4 contributi estremamente interessanti dagli insegnanti di storia del Liceo, nel convegno celebrativo dei 150 anni della spedizione dei Mille, momento iniziale delle commemorazioni per i 150 anni dell’Unità. Dopo l’esecuzione dell’Inno Nazionale il 5 mattina, il pomeriggio del 6, nell’Aula Magna “Francesco Alviti”, ha preso il via il convegno con il prof. Frate che ha introdotto il tema dei precursori di Garibaldi, cercando di capire come mai le spedizioni precedenti nel regno borbonico dei Fratelli Bandiera e di Carlo Pisacane non abbiano avuto lo stesso successo. Fatali furono il mancato coinvolgimento delle popolazioni rurali e il non sufficiente studio delle condizioni dell’Italia meridionale.
Quindi il prof. Bellusci ha affrontato il tema dei rapporto tra Garibaldi e il socialismo, evidenziando gli elementi utopici presenti nel pensiero ma soprattutto nella vita del condottiero nizzardo.
E’ stata poi la volta della prof.ssa Alessandrini alla quale era stato affidato il compito di delineare i rapporti tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. “Tra i due ci fu immediato un rapporto di simpatia – ha detto la prof.ssa Alessandrini, che ha fornito anche materiale iconografico ed epistolare – derivante più da una comunanza di stile di vita che dalle idee politiche”. E proprio tale comunanza ha poi favorito l’appoggio sabaudo all’impresa garibaldina.
Il convegno è stato concluso dall’intervento del prof. Massimo Parente che ha evidenziato come gli stranieri abbiano parlato di Garibaldi,a cominciare da Alexandre Dumas padre, l’autore de I Tre Moschettieri e de Il Conte di Montecristo. Dumas aveva una considerazione straordinaria di Garibaldi e l’impresa dei Mille gli dette la possibilità di partecipare ad un’avventura simile a quelle che tante volte aveva descritto nei suoi romanzi di successo. Il prof. Parente ha offerto ai presenti consistente materiale bibliografico allo scopo di comprendere che Garibaldi era considerato dagli stranieri poco italiano, poco rientrante cioè nello stereotipo dell’italiano medio.
Applausi sentiti e complimenti per tutti i relatori.
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