Sempre la voce dei giovani, stavolta quella di Sara Bucciarelli
Di ritorno da uno stage linguistico a Salamanca (Spagna), ho pensato a delle considerazioni, riflessioni riguardo l’impatto con il “Diverso”, con L’altra cultura, che seppur simile per certi aspetti alla nostra, è particolare e tutta da scoprire. Già di buon mattino numerosi turisti affollano la bellissima “Plaza Mayor”, punto di ritrovo dei salmantini; qualche copia de “El Paìs” si intravede fra le mani di pensionati abitudinari e la routine scuola-lavoro-famiglia sembra essere la nostra stessa routine, il meccanismo automatico dall’ingranaggio stancante. C’è qualcosa, però, nell’aria di autentico, di autoctono, di unico e di diverso dalla piccola realtà che vivo ogni giorno nel mio paese, qualcosa che qui da noi, a Ceccano sembra essere cristallizzata e paralizzata da molto tempo. E’ il fermento culturale, il flusso inarrestabile di idee, iniziative, lo scambio di opinioni, il confronto fra giovani. La città è viva e lo è grazie ad un esercito di giovani la cui arma è la più semplice e la più nobile che possa esistere: la cultura. Esistono scambi di parole, di desideri, di ricordi e di sogni, un movimento tutto “giovane” che una volta stimolato è pronto a dare i suoi frutti. Qui, invece la realtà è tristemente diversa: mi chiedo se ai giovani vengano dati gli spazi giusti, se si possa creare movimento in situazioni e ambienti che sembrano stagnanti. Bisognerebbe, come scrisse Calvino nelle sue “Città Invisibili”, cercare e saper riconoscere << chi e cosa in mezzo all’inferno non è inferno e farlo durare e dargli spazio>>. L’inferno per chi è volenteroso di operare in qualche modo per la proprio città è la non collaborazione con chi gestisce dall’alto, il mancato dialogo, l’ottica di essere visto come disturbatore di una quiete distruttiva e improduttiva. Facciamo nascere comitati, associazioni, voci, innalziamo le vele della partecipazione, della collaborazione e della cultura e diamole ai venti. Non si tratta di utopia né di raggiungere l’isola che non c’è, si tratta di far vivere e dare consistenza a ciò che ci circonda. Miguel de Cervantes ne “El licenciado de Vidriera” descrisse Salamanca come quella città che una volta visitata invita sempre a tornarvi. Vorrei, un giorno, poter dire la stessa cosa della mia città.
Sara Bucciarelli
da confronti-salamanca-ceccano-i-giovani
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