Giancarlo Ruggiero pubblica alcune interessanti considerazioni sul cimitero di Ceccano
“Dies irae , dies illa”
Le parole dell’antico detto latino si adattano perfettamente all’articolo di quest’oggi: la situazione del cimitero vecchio di Ceccano. Scrivo quest’articolo perchè ciò che si può vedere nel nostro cimitero è davvero penoso e senza giustificazione. A quanti si sono recati in questi giorni si è presentata davanti una scena quasi da inferno: girando per le stradine sotto l’ombra dei cipressi, anche lo spettatore più distratto può notare come alcune tombe siano in condizioni veramente pessime, alcune addiritura profanate. C’è un punto che colpisce e offre l’immagine più drammatica di questo abominio: tombe ricoperte da erbacce, riconoscibili solo per una croce, solo per un simbolo, dimenticate da tutti e da tutto. Ecco solo un simbolo, il simbolo della morte e della vita che qui, putroppo, è solo morte. Come possiamo non elevare un grido, una supplica dinnanzi a questi fatti? La nostra voce non può non parlare nel guardare queste bare , noi non possiamo pemettere che questo accada. Anche il non credente, nel ammirare questo tristissimo spettacolo, si unirebbe a questa causa: la rinascita del cimitero come luogo VERAMENTE DI PACE. Ecco perchè dobbiamo fare forza, non dobbiamo far sì che esse finiscano per sempre nel dimenticatoio giacchè ne vale il rispetto per l’anima defunta, di qualunque epoca, di qualunque ceto sociale. Povere anime defunte troveranno, almeno su questa terra, un dolce e placido gaciglio ? A voi la risposta.
Giancarlo Ruggiero
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