Aumentano drasticamente le condizioni di bisogno nel nostro territorio: lo ha denunciato la Caritas diocesana, nel coroso della Conferenza Stampa tenuta dal vescovo di Frosinone, mons. Ambrogio Spreafico, sabato 27 marzo. Dai dati presentati, emerge che nel corso dell’anno 2009 si sono rivolte ai cinque centri di ascolto vicariali un totale di 438 nuove persone, con un incremento, rispetto al 2008, di ben 152 persone (52%).
Anche il numero totale degli incontri di ascolto effettuati (considerando che alcuni si rivolgono più volte al centro di ascolto) è sensibilmente aumentato, superando i 1.000 nel corso del 2009, a fronte dei 650 circa del 2008. Un altro elemento rilevato, che costituisce una sostanziale novità del 2009, è l’aumento degli italiani che si rivolgono ai Centri di ascolto: se nel 2008 la percentuale di italiani era del 47% delle persone incontrate, nel 2009 è salita al 61%.
Di queste 438 persone 34 sono state indirizzate all’Equipe diocesana Microcredito e Antiusura in quanto hanno manifestato problematiche di lieve o grave indebitamento o cattiva gestione del reddito familiare e saranno oggetto di analisi separata.
Qui i dati della relazione Caritas
e i numeri sul lavoro dei Centri d’ascolto vicariali
Dai dati emerge che un decremento sia del numero delle persone accolte (8%) sia il numero delle giornate di ospitalità complessive (2%) eccezion fatta per il centro di Ceccano che, accogliendo ormai da lungo periodo gli stessi 2 nuclei familiari, uno dei quali è aumentato di numero per la nascita di un altro bambino, ha visto un aumento sia in termini di unità presenti che quindi di giornate di ospitalità.
L’andamento generale di decremento può essere attribuito sostanzialmente a tre ordini di fattori:
1. La scelta dettata dall’esperienza maturata di lavorare con gruppi di persone omogenei per tipologia di bisogno evitando inoltre di ospitare persone con problemi di natura psichiatrica o di dipendenza.
2. La scelta di lavorare con gruppi più ristretti soprattutto nel Centro di Castelmassimo dove essendo abbastanza elevato il livello di autonomia degli ospiti, la sostenibilità del gruppo di ospiti è legata a numeri più ridotti rispetto a quella che è la ricettività massima della struttura. Prediligere quindi la qualità degli interventi piuttosto che la quantità.
3. I comuni non hanno copertura economica connessa all’accoglienza di persone adulte in difficoltà abitativa, neanche per il rimborso delle spese vive, pertanto ove possono evitano di richiedere un intervento di ospitalità
Entrando più nello specifico è possibile focalizzare alcuni aspetti:
– Il numero preponderante di bambini (45%) che vivono al seguito dei genitori il disagio
– Si conferma la forte presenza all’interno dei Centri degli stranieri (80%) che spesso non
possono beneficiare, nel momento della difficoltà abitativa, di reti primarie di supporto
– La lunga permanenza nei centri soprattutto dei nuclei familiari numerosi per i quali è
difficile nonostante il supporto della Caritas ritrovare una situazione di autonomia.
– Albanesi, Rumeni ed Ex Jugoslavi (rom) sono le categorie di stranieri maggiormente
presenti nei Centri.
I punti critici da evidenziare sono:
– Il basso numero di volontari coinvolti
– La scarsa collaborazione da parte delle amministrazioni pubbliche e del territorio in generale
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