Quando ero adolescente pensavo che chi si toglieva la vita fosse un egoista perchè non aveva alcun rispetto per il dolore che lasciava ai suoi cari,
che non aveva il senso e il peso della responsabilità che il ricevere l’amore porta con se…ora i miei pensieri sono cambiati..
la cecità di cui parla nella sua lettera … Visualizza altroè reale e vera, purtroppo noi uomini siamo cosi complessi e complicati che ogni teoria o definizione sarebbe solo limitante e povera…ma siamo anche stupidi e superficiali,
pieni di routine, frasi fatte e giornate sempre uguali..abbiamo bisogno che la morte ci sfiori per cadere dalle nuvole e capire che non siamo immortali, siamo dei S Tommaso viventi, e non nel senso “toccare per crededere” ma per “avere paura per accorgersi che ci tieni alla vita”
allora mi chiedo cosa ci manderebbe avanti se non fossimo così superficiali? cosa, se i nostri pensieri fossero sempre proiettati alla morte o al dolore? come sarebbero le nostre giornate?
non c’è colpa, non c’è giudizio, non ci sono parole giuste da condividere o meno, un fatto così sconvolge perchè è il nostro istinto che ci dice di sopravvivere, se veniamo punti da uno spillo isintivamente la mano si ritrae perchè sente dolore…e chi osserva comprende perchè il dolore è visibile e condivisibile…è il dolore dell’anima che nn comprendiammo perche non vediamo, perchè siamo bravi e capacissimi di mentire anche a noi stessi, di far finta..
Il suo ruolo è difficile, il ruolo di insegnante è difficile. Si è padri, educatori,esempio, istituzione e uomini tutto in una volta…ma a volte nulla lenisce e niente è abbastanza se il male di vivere è dentro di te..
Sara
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