Emergenza terremoto: testimonianza da Pescara

Salve prof,

sono rientrata da poco dal week-end pasquale in Abruzzo e volevo scriverle alcune righe sull’esperienza da me vissuta. Il litorale abruzzese con i suoi camping, gli hotel e anche alcune case private, stanno ospitando, come sicuramente saprà, gli Aquilani colpiti dal terremoto. La mia esperienza ha riguardato in particolare due grandi Hotel, il Mion a Roseto e il Plaza a Pescara.

Nella giornata di domenica, insieme all’associazione ASC Arte Suoni Colori, abbiamo animato il pomeriggio dei bambini, dei ragazzi e degli anziani del Mion di Roseto attraverso dei laboratori creativi basati su varie tecniche di disegno, ma anche con dei giochi sulla comunicazione e l’espressione delle emozioni e, per gli anziani, con il gioco delle carte.
Quello che mi è sembrato di cogliere è che i bambini abbiano metabolizzato abbastanza bene l’episodio traumatico, anche i colori utilizzati nei loro disegni erano chiari e i soggetti/oggetti delle rappresentazioni erano comunque immagini positive come fiori o cuori. Le persone che invece credo abbiano risentito maggiormente del trauma causato dal terremoto e dalla conseguente perdita di tutto ciò che è necessario a una vita dignitosa sono gli anziani. Nei loro sguardi si leggeva il vuoto e nelle loro parole il profondo dolore per aver perso ciò per cui avevano faticosamente lavorato tutta una vita. E oltre a ciò anche l’aver perso la propria città per cui è emerso un senso di appartenenza molto forte.
Per questo motivo credo che possa essere opportuno pensare degli interventi di animazione specifici per un’utenza più anziana con attività quali il decoupage, il patchwork, il cartonaggio, etc. ma anche con delle semplici partite a carte che favoriscano la socializzazione e la coesione tra tutte le persone che per il momento devono riconoscere la propria comunità nella hall dell’albergo.

Queste prime impressioni sono state confermate nel secondo hotel visitato, il Plaza a Pescara. Anche lì ci siamo occupati di animare il pomeriggio dei bambini, parlare con gli anziani, ma anche di attività più pratiche come inventariare gli oggetti della raccolta materiali, accogliere le richieste delle persone che soggiornavano nell’albergo e nei limitrofi e servire ai tavoli durante la cena.

In generale sembra che le strutture alberghiere riescano a far fronte all’improvviso “tutto completo”, ma il lavoro dei volontari è ben accetto perché non sempre il personale interno riesce a gestire la situazione di crisi.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle varie collette, i prodotti alimentari, per l’igiene personale e i vestiti sono destinati alle tendopoli, ai camping e alle case private, mentre agli hotel vanno solo i prodotti per l’igiene personale e i vestiti ma non i generi alimentari, se non per quel che concerne omogeneizzati o dolciumi, perché ai pasti principali pensa interamente l’hotel.
Il mio invito è quindi quello di cercare di dare il più possibile un sostegno morale a queste persone, portando una maggiore attenzione verso gli anziani. Tutti, negli hotel, hanno apprezzato la presenza dei volontari; la solidarietà e la vicinanza aiuta infatti queste persone a non sentirsi sole per cui credo che organizzarsi e recarsi in questi luoghi sia già fare molto.
L’unica nota dolente è che non sono ben disposti ad accettare tutti i volontari, purtroppo a ragione perchè ci sono stati diversi casi di sciacallaggio: c’è che si è spacciato per volontarioc’ per usufruire delle schede telefoniche destinate ai terremotati, è chi si è spacciato per Aquilano una per farsi assegnare camera d’albergo, etc.
Il mio consiglio per coloro che intendessero offrire il proprio aiuto è quello di fare riferimento alle associazioni di volontariato riconosciute sul territorio che saranno ben liete di accettare l’apporto di tutti, modulando gli interventi più idonei alle varie situazioni.

Un caro saluto,

Claudia Colafrancesco.