Inquinamento: attacchi di panico…


Riceviamo da Antonio Nalli e, volentieri, pubblichiamo

Il forte livello di inquinamento causato sia dagli scarichi inquinanti nelle acque del fiume Sacco che dall’elevata concentrazione di CO2 nell’aria che respiriamo (ci troviamo, infatti, a pochi km da Frosinone definita una delle città più inquinate d’Italia),non causano solamente lo svilupparsi di patologie di tipo tumorali, che come abbiamo visto nei giorni scorsi, sono in forte crescita nel nostro territorio, ma anche di disturbi causati da reazioni che avvengono direttamente nel nostro cervello: gli attacchi di panico, una malattia che fa parte dei disturbi di ansia.
Il dottor Rosario Sorrentino, affermato neurologo, definisce il panico come una bugia del cervello. Una bugia che però può rovinare la vita delle persone che soffrono di questa sindrome.
Può capitare, infatti, di essere una persona normale, che conduce una vita normale. All’improvviso mentre passeggi a piedi, guidi, sei sull’autobus, a tavola con gli amici, al cinema o in qualunque altra situazione usuale, il tuo cuore inizia a battere all’impazzata, il respiro diventa faticoso, si fa strada la certezza di essere in grave pericolo, in pericolo di morte.
«Il primo attacco di panico – spiega il dott. Sorrentino – è un’esperienza sconvolgente. La partecipazione emotiva con cui lo descrivono i pazienti è quella di un incontro ravvicinato con un profondo senso di morte, qualcosa di devastante, perché irrompe improvvisamente, “a freddo”, spesso in una situazione di totale benessere, senza alcun tipo di circostanza che possa giustificarne l’insorgenza. I racconti sono vari. Molti parlano di una crescente difficoltà respiratoria, che progressivamente porta a un vero e proprio senso di soffocamento. Il paziente cerca di liberare il respiro con dei colpi di tosse, quasi per eliminare un corpo estraneo che gli impedisce di respirare. Subentra l’idea di essere sul punto di morire, di avere un infarto, a causa dell’accelerazione improvvisa della frequenza cardiaca, con sensazioni di tuffo al cuore, di aritmia. Il battito cardiaco rimbomba in tutto il corpo, tanto che il paziente può contare i propri battiti senza mettere le dita sul polso. E poi brividi, sudorazione, oppure la sensazione sgradevolissima di qualcosa che nasce in prossimità dello stomaco e che poi velocemente sale verso l’alto. E inoltre un senso di confusione, di stordimento, la sensazione di poter impazzire, di perdere il controllo ed il contatto con la realtà. Sono sintomi che durano pochi minuti, anche se il paziente ha una percezione dilatata del tempo, infinita. La prima cosa che fa, appena è in grado di muoversi, è di correre al pronto Soccorso a chiedere aiuto. Quello che prova in quel momento è una vera e propria tempesta chimica, biologica, neurovegetativa, che lo porta ad attivare tutti gli organi facendo appello alle sue migliori energie. E’ consapevole che sta affrontando qualcosa di veramente straordinario, perciò si reca al Pronto Soccorso, dove pero non è infrequente che i suoi sintomi vengano erroneamente ricondotti a una ipertensiva o cerebrale». Si è trattato, invece, “solo” di un attacco di panico ed inizia così il calvario delle persone colpite da quello che tecnicamente viene definito DAP (disturbo da attacchi di panico). Secondo il dottor Rosario Sorrentino, tra l’altro Direttore dell’Ircap (Istituto di ricerca sugli attacchi di panico) della Clinica Pio XI, il quale ha  gia avviato un’importante indagine in collaborazione con Livio De Santoli, ordinario di Impianti Tecnici all’Università la Sapienza «l’anidride carbonica inalata va a stimolare nel cervello i chemiorecettori che sono localizzati nel bulbo cerebrale. Nelle persone geneticamente predisposte questi fanno scattare un “interruttore” che fa partire l’attacco di panico. A quel punto la persona viene travolta da un bisogno, un istinto insopprimibile, urgente: trovare una via di fuga per allontanarsi dal luogo dove l’aria è diventata irrespirabile». Anche nella cittadina di Ceccano sono in molti a soffrire di questo disturbo, con un aumento davvero considerevole, anche tra i giovani, rispetto al passato. Non tutti, ovviamente hanno il coraggio di dichiararlo apertamente. Spesso si finisce per chiudersi in se stessi, isolandosi, cosa che di conseguenza porta all’insorgere, purtroppo, anche della depressione. Di tutti questi problemi ovviamente si continua a non parlare. Si continuano a nascondere i risultati delle analisi effettuate ed altri monitoraggi necessari, addirittura non vengono svolti. Dopo ilo convegno promosso dall’Associazione Wellness, stanno venendo fuori una serie di problematiche che potevano essere immaginabili, ma che nessuno aveva mai denunciato pubblicamente. E’ dunque il caso di intervenire seriamente sul nostro territorio, per la salvaguardia dello steso e della salute dei suoi abitanti.

Antonio Nalli


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  1. quod nemo novit paene non fit…purtroppo questa e’ l’unica politica vigente nella nostra amministrazione comunale…(ilpoz)

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