FROSINONE _ <<Che peccato essere rimasti fuori, ma non si poteva fare al Palazzetto dello sport? Lui ci aveva fatto i convegni>>. In tanti ci hanno espresso il rammarico per non esser potuti stare più vicini a don Salvatore nel giorno dell’ultimo saluto di Frosinone. Tanta gente, venuta da lontano: ore 9,30 del mattino, bar della stazione, una signora chiede un caffè e domanda come fare per raggiungere la cattedrale. <<Non la faranno entrare, se non ha il pass>> le rispondono. E lei: <<sono di Palmarola, la borgata romana dove don Salvatore è stato parroco, 40 anni fa. La mia vita è cambiata da quell’incontro, non potevo mancare al suo funerale. Mi ricordo quando girava di casa in casa, te lo trovavi all’improvviso in cucina. Una sera lo invitai a cena, mi disse che non poteva rimanere e così la sera successiva e ancora dopo un altro no. Con mio marito decidemmo di lasciarlo stare, fin quando un anno dopo, mentre rientravo a casa con le borse della spesa, me lo trovai seduto sulle scale. Avevo in invito, no?>> La signora non è triste: <<non si può esserlo, don Salvatore è lì in paradiso, mi sarà più vicino di prima>>. E’ questo il ricordo iniziale di una giornata di fede e di commozione, ma anche di festa per avere un nuovo santo in paradiso: una giornata memorabile per Frosinone che ha voluto ricambiare l’affetto di cui mons. Boccaccio l’ha ricoperta in questi anni. La testimonianza della folla è stata corale. Volti rigati dal pianto ma anche sorrisi, applausi per far sentire a mons. Boccaccio l’amicizia di un popolo intero che in questi 9 anni l’ha sentito vicino a sé e che vorrebbe ora che non se ne andasse. <<Ci ha mostrato come deve essere un vescovo – ci dice Maurizio, che non ha trovato posto in chiesa ed è lì nei vicoli attorno a S. Maria ad attendere il passaggio del feretro – buono, una parola per tutti, capace di sorridere>>. <<Sono ammalata – interviene Maria – ma don Salvatore mi ha fatto capire che devo accettare tutto quello che mi capita con il sorriso e pensando agli altri>>. La città intanto era tappezzata di gigantografie del vescovo, una foto presa durante una delle feste diocesane a Prato di Campoli, con le scritte <<grazie, Papà>> e << grazie don Salvatore>> E poi il gran numero di giovani, presenti in ogni parte della città, a dire quanto quest’uomo fosse riuscito a rendere presente la chiesa anche tra quelle generazioni che sembrano invece più lontane: <<venne da noi per un assemblea, ci dice una ragazza del Liceo scientifico, si mise lo zucchetto rosso per dirci che era il vescovo ma le parole erano quelle di un amico, anzi di un padre vero che si preoccupa dei figli>>. La gente vuole parlare, vuole dire che cosa è stato il loro incontro con don Salvatore, non facciamo in tempo a prendere gli appunti di una testimonianza corale: <<devono farlo santo, subito>> ci dice un’anziana signora, con il volto rigato dalle lacrime.
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Vi prego mettete insieme le riprese fatte e le mandate in rete?
Vi prego
Grazie Lina
ps: Anch’io, ribadisco sono per … Don Salvatore SANTO!!!
ad og ni mio pensiero a Don Salvatore … un qualcosa che me lo fa sentire vicino
… non ci ha lasciato soli ve lo garantosco
…il Suo affetto ora e’ quello di Dio stesso
troppo bello avere la certezza della Suaresurezione