FROSINONE _ Don Salvatore è grave: un rete di sms ha fatto raccogliere centinaia e centinaia di persone nella chiesa di S. Paolo, ieri sera alle 19,30, per una veglia di preghiera per il vescovo che sta lottando contro la malattia nella sua stanza dell’episcopio sulla Monti Lepini. Un gesto corale di vicinanza e di solidarietà, una testimonianza ulteriore del grande affetto che lega il popolo della diocesi al suo vescovo: tante lacrime ma anche tanta serenità tra la gente. Le condizioni di salute di mons. Boccaccio si erano improvvisamente aggravate qualche giorno addietro per una serie di complicanze impreviste che avevano sorpreso tutti coloro che avevano invece notato le notevoli capacità di ripresa del presule. In questi 10 mesi, più volte la situazione clinica del vescovo di Frosinone aveva registrato degli aggravamenti, tutti superati dalla grande volontà di vivere, espressa da don Salvatore, capace di pensare a tutti, di preoccuparsi di tutti, pur nelle condizioni in cui si trovava. Ora l’episodio più grave e subito la corale mobilitazione attorno al vescovo, per esprimergli ancora una volta il grazie per quanto mons. Boccaccio ha fatto per la sua diocesi in questi 9 anni di episcopato. La veglia di preghiera al quartiere Cavoni si è trasformata in un evento di chiesa, secondo gli insegnamenti di don Salvatore che in questi anni di malattia ha mostrato a tutti come si debba affrontare il male. Il suo <<grazie, papà>> più volte ripetuto in questi mesi di malattia è diventato un insegnamento fondamentale per tutti coloro che si trovano a lottare contro la malattia, il disagio, l’isolamento, l’emarginazione.
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