CECCANO _ 35 mila metri cubi di rifiuti fuori controllo, inquinamento atmosferico senza alcuna verifica, paesaggio del tutto alterato, continui scarichi illegali nel fiume, fumi dal depuratore. E’ emergenza ambiente nella cittadina fabraterna, senza che l’amministrazione comunale se ne curi. A poche decine di metri dal cimitero e dai pozzi sulla Morolense s’è una discarica che non è stata mai bonificata: 35 mila metri cubi a due passi dal centro cittadino che potrebbero inquinare terreno e falde acquifere. Lo denuncia in una lettera al sindaco Ciotoli, Angelino Stella, consigliere comunale, che definisce la discarica di via Anime Sante una vera e propria bomba ecologica che potrebbe esplodere dal un momento all’altro. Nella lettera al sindaco, Stella chiede come mai la discarica, aperta nel 96 per l’emergenza rifiuti di Col felice, non sia stata mai bonificata, nonostante già nel 200 fosse stato approvato il progetto per oltre 4 miliardi di vecchie lire. E’ stato anche acceso un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti, mentre l’agenzia per la protezione ambientale nel 2003 evidenziava la pericolosità della discarica che già allora perdeva percolato, in grado di contaminare il terreno e le falde. Stella si chiede che cosa blocchi la bonifica del sito. Sempre Stella chiede la verifica dei fumi che si levano dal depuratore dell’area industriale in contrada Colle S. Paolo. Per l’aria che respirano i ceccanesi sono tranquilli: a pochi chilometri di distanza, nel capoluogo, le polvere sottili sono alle stelle. A Ceccano, no, perché nessuno le misura. La centralina di Piazzale Europa infatti non ha i misuratori necessari a calcolare le quantità degli inquinanti atmosferici più importanti e così nessuno sa a Ceccano che aria si respiri, nonostante il Ministero dell’Ambiente abbia inserito il territorio della cittadina fabraterna tra i siti a rischio. E ancora sulla tutela del paesaggio, si sta consentendo che scompaia completamente la rupe orientale del Parco di Castel Sindici per realizzarvi un complesso edilizio. Nell’assordante silenzio della politica, intervengono in proposito le associazioni ambientaliste che hanno denunciato la situazione alla procura della repubblica, chiedendo un’indagine. Le associazioni Tolerus, WWF di Frosinone e Atess, hannoc chiesto al magistrato di accertare le legittimità delle concessioni rilasciate. In un comunicato si legge che molteplici sono le perplessità in merito alle procedure autorizzatorie, alle interpretazioni eseguite dagli uffici per l’attuazione del piano regolatore generale e agli adempimenti e ottemperanze dettate dalle normative statali sia in materia urbanistica che ambientale che, secondo l’esposto, non sono state rispettate. Una buona notizia per Bosco Faito: finalmente dovrebbe essere fuori pericolo. E’ stato dichiarato monumento nazionale. Speriamo bene
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ormai penso che siamo arrivati ad un punto dove CECCANOdovra’ pagare uno scotto nei prossimi anni che a dimensioni dell’ inverosimile, dove chi andra’ a governare questa citta’ sara’ difficile rimettere in piedi,la gestione CIOTOLI a messo CECCANO in ginocchio, e cosa ancora piu’ grave e’ entrata l’ organizzazione mafiosa grazie ad amministratori dove per loro il comune e’ diventato di dominio privato enon pubblico. Dove per loro e’ un posto di lavoro e non al servizio del cittadino. La colpa piu’ grave e’ che i CECCANESI lo sanno ma nella testa loro c’e’ solo lamento e con il voto hanno fatto distruggere una citta’ che poteva con le potenzialita’ che ha una delle citta’ piu’ belle della REGIONE LAZIO.