Savino Pezzotta risponde al cellulare seduto su una sdraio a San Bartolomeo al mare, in Liguria. L’ex segretario nazionale della Cisl è arrabbiato per il caso degli stipendi d’oro ai dirigenti.
“Le persone mi fermano e mi chiedono giustamente che cosa ne penso”.
E che cosa pensa di questa vicenda?
“Che nessuno si sia chiesto: ma queste cifre elencate nel dossier sono vere?”.
Perché, secondo lei non sono vere?
“Io mi aspettavo e mi aspetto che qualcuno della Cisl in quell’elenco si alzi e dica: no, le cose stanno così”.
Ma non è successo. Anzi hanno esplulso il dirigente che ha redatto quel dossier. Lei lo avrebbe fatto?
“No. Secondo me l’espulsione è una cosa che non va bene. Prendiamo atto di questo dossier e andiamo a verificare come stanno le cose. Sono davvero così? Oggi è facile sparare sul sindacato. Ma se ci sono cose che non vanno è bene chiarirle subito”.
Allora partiamo da qui. Ipotizzando che queste cifre siano vere. Che cosa è successo? Come è possibile che i dirigenti della Cisl si siano alzati i compensi in quel modo?
“Il sindacato non vive fuori dal mondo, detto questo bisogna subito aggiungere che per fare il sindacalista serve un’eticità. Ma qui siamo davanti ad un deriva, le cause credo siano da ricercare nell’eccessiva burocratizzazione del sindacato, una formalizzazione organizzativa. Il dirigente ha perso il suo ruolo di militante ed è diventato funzionario. Ma chi fa il sindacalista, anche quando è ai vertici, deve sempre essere militante”.
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